CULTURES OF RESISTANCE FILMS

SUL REGISTA

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Photo courtesy of Marta Lamovsek

Iara Lee, brasiliana di origini coreane, è un’attivista, regista e fondatrice / direttrice della Cultures of Resistance Network, un’organizzazione che promuove la solidarietà globale e collega e supporta agitatori, educatori, agricoltori e artisti per costruire un mondo pacifico attraverso la resistenza creativa e l’azione nonviolenta!

Come regista, Iara ha diretto / prodotto diversi documentari e dozzine di cortometraggi negli ultimi dieci anni. La sua filmografia completa si può trovare qui.

Il suo ultimo film, intitolato FROM TRASH TO TREASURE, è un breve documentario su come trasformare gli aspetti negativi in positivi in Lesotho ed uscirà nel luglio 2020. Nel giugno 2020, ha iniziato a pubblicare DISPATCHES FROM MALAWI, una serie di cortometraggi su come i cittadini malawiani siano proattivi nel diffondere la speranza attraverso l’arte e la cultura, lo sport e l’ecologia, impegnandosi al contempo in questioni sociali e politiche critiche e promuovendo la solidarietà internazionale. STALKING CHERNOBYL (2020) esamina la cultura underground della zona di esclusione di Chernobyl tre decenni dopo il disastro nucleare più famoso del mondo. Nel 2019, ha pubblicato WANTOKS: DANCE OF RESILIENCE IN MELANESIA, che mette in luce gli artisti melanesiani che utilizzano i loro talenti per celebrare la cultura locale e attirare l’attenzione internazionale sulla lotta delle loro isole contro i cambiamenti climatici. Altri suoi recenti documentari sono stati girati in Africa occidentale: BURKINABÈ RISING (2018), sull’intersezione di arte e politica in Burkina Faso, e BURKINABÈ BOUNTY (2018), sull’agroecologia in Burkina Faso. Attualmente ha altri due progetti in post-produzione: THE SAMI SONG OF SURVIVAL, un breve documentario sulla resistenza indigena sulla frontiera artica, e THE SAMI IN RUSSIA, un breve documentario che evidenzia i modi in cui uno dei più piccoli gruppi etnici russi sta trovando nuovi metodi per perseverare e preservare la sua cultura.

Nel 2015, Iara ha completato due documentari: K2 AND THE INVISIBLE FOOTMEN, girato nello splendido Pakistan settentrionale, racconta la difficile situazione dei portatori indigeni del maestoso K2, la seconda vetta più alta della Terra. LIFE IS WAITING: Referendum and Resistance in Western Sahara, dove vengono raccontatipiù di quarant’anni di occupazione marocchina e la lotta non violenta del Sahrawi per l’autodeterminazione da parte di un popolo per il quale il colonialismo non è mai finito.

Nel 2013, Iara ha terminato una serie di tre cortometraggi sui diritti degli indigeni: BATTLE FOR THE XINGU, che sottolinea la spettacolare determinazione del popolo amazzonico a proteggere il proprio stile di vita; THE RAPE OF THE SAMBURU WOMEN, che racconta la situazione delle donne nella regione di Samburu in Kenya, dove l’Inghilterra ha mantenuto strutture di addestramento militare per più di cinquant’anni e THE KALASHA AND THE CRESCENT, che racconta come questa minoranza indigena nel nord del Pakistan abbia risposto alle sfide della sua cultura.

Nel 2012, Iara ha diretto THE SUFFERING GRASSES: when elephants fight, it is the grass that suffers, che esamina il conflitto siriano attraverso l’umanità dei civili che sono stati uccisi, maltrattati e sfollati nello squallore dei campi profughi.

Nel maggio 2010, Iara era un passeggero della MV Mavi Marmara, una nave della GAZA FREEDOM FLOTILLA che fu attaccata in acque internazionali dalla marina israeliana, portando all’assassinio nove operatori umanitari. Tra le molte persone che hanno registrato gli eventi su quella nave, il suo equipaggio è stato l’unico a nascondere e conservare con successo la maggior parte delle riprese del raid, che in seguito ha diffuso al mondo dopo una proiezione alle Nazioni Unite. Iara si dedica al sostegno dei civili palestinesi che sono stati vittime di crimini di guerra commessi dalle forze armate israeliane e che soffrono degli atti di punizione collettiva in corso da parte del governo israeliano.

All’inizio della guerra in Iraq nel 2003, Iara decise di vivere nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) per comprendere il conflitto da quella prospettiva. Ha trascorso molto tempo in Siria, Yemen, Tunisia, Giordania e Libano, dove ha vissuto in prima persona il bombardamento di 34 giorni di Israele verso il Libano nel 2006. Mossa da quell’esperienza, da allora si è dedicata alla ricerca di una pace giusta nella regione, ed è un’entusiasta sostenitrice di quelle iniziative che rafforzano l’adesione al diritto internazionale. Nel 2008, Iara ha vissuto in Iran e ha sostenuto numerosi progetti di scambio culturale con l’obiettivo di promuovere l’arte e la cultura per la solidarietà globale. Le sue esperienze in Medio Oriente l’hanno portata a viaggiare in altri angoli del sud del mondo e sono culminati nella produzione del suo documentario CULTURES OF RESISTANCE (2010), che illustra come l’azione creativa contribuisce alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti in tutto il mondo.

Dal 1984 al 1989, Iara è stata la produttrice del Festival Internazionale del Cinema di San Paolo in Brasile. Dal 1989 al 2003, si è stabilita a New York City, dove ha diretto la società Caipirinha Productions, creata per esplorare la sinergia di diverse forme d’arte, come film, musica, architettura e poesia. Con tale casa di produzione Iara ha diretto documentari brevi e lunghi, tra cui SYNTHETIC PLEASURES, MODULATIONS, ARCHITETTURA, BENEATH THE BORQA, AN AUTUMN WIND, e PRUFROCK.

Iara è da molto tempo sostenitrice di Greenpeace, Medici senza frontiere, Amnesty International e molte organizzazioni in tutto il mondo attraverso la Cultures of Resistance Network.


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